La genesi del naming è stata lunga e complessa. Il suo prendere forma, nel design del logo e nello sviluppo del suo payoff, ha fatto un lungo percorso di “discernimento” prima di arrivare alla “scelta finale”.

Volevamo che fosse svincolato dal nome di famiglia, che avesse un payoff in lingua italiana, che esplicitasse il più possibile la nostra attività, che si riuscisse ad evitare la parola promozionale.

Nel corso di una chiacchierata in cui raccontavamo la nostra storia aziendale all’agenzia di comunicazione, che ci stava seguendo per un altro progetto, diciamo di essere una piccola media impresa in grado di affrontare veri e propri giganti del mondo della Moda.
È così che è scattata la molla della creatività.

Con un immediato paragone a Davide con Golia. Dalla fionda usata da Davide è nato forse prima il payoff: il brand che colpisce.

Poi dalla fionda SLING, in inglese, il cui dominio era già acquistato, è venuto CATAPULT, o meglio KATAPULT, e perché non KATAPUNT, fino a KATAPOINT dove è bastato rovesciare la P per farla diventare il braccio della catapulta che lancia le O colorate per far breccia, anzi meglio fare i “punti pieni” del ricamo, che è il DNA della nostra tradizione e della nostra produzione.